6. Prima lezione
Io e Mary ci incamminammo per il corridoio della scuola.
Era ora della prima lezione. Presi per mano la mia amica e iniziai a correre trascinandola per il corridoio.
- Jen, frena attentaaaa! - non feci in tempo ad udire quelle parole che mi scontrai contro qualcosa. Poteva essere un muro? Un palo? Non capivo con concretezza cosa stesse succedendo, sapevo solo che a breve probabilmente sarei caduta, avevo perso l'equilibrio. Mi ritrovai mezza sospesa , qualcuno mi abbracciava. Le sue braccia erano grandi , le sue mani forti, mi reggevano saldamente. Una mano mi sorreggeva per la schiena e l'altra era tra i miei capelli, pronta ad evitare che potessi battere la testa per terra. Alzai la testa e il mio viso si trovò davanti a quello di un ragazzo, quel ragazzo che questa mattina se ne stava in cortile appoggiato ad un tronco a fissarmi. Proprio lui, la causa della mia caduta e della mia spassosissima figuraccia, lui che tanto si era divertito a guardarmi sporca e in disordine; lui, la causa di tutti i guai di questa giornata. Non so perchè, forse per l'improvviso spavento, ma il mio cuore sembrava un tamburo impazzito. Ancora una volta i nostri occhi si erano incontrati. Non ci avevo fatto caso ma era davvero un bellissimo ragazzo. Capelli scompigliati di un castano scuro , occhi scuri di un'intensità che non saprei descrivere. Aveva un fisico snello ma non troppo, muscoloso al punto giusto. Aveva una pelle bronzea da fare invidia. Per un attimo probabilmente arrossii, sentivo il calore sulle mie guance mentre i suoi occhi si perdevano nei miei.
- Tutto bene? - mi chiese.
- S..si gr - non feci in tempo a finire la mia frase che lui aggiunse -svampitella!?-
- Eh ehhh? Svampitella a chi?- che diamine!
Sul suo volto ancora una volta ricomparse il ghigno che tanto mi irritava.
Se non fosse stata per la posizione in cui mi trovavo e cioè ancora tra le sue braccia e con il mio viso estremamente vicino al suo, lo avrei preso a pugni.
Nessuno era mai riuscito a farmi salire il sangue al cervello come lui.
Tutto quello che avevo pensato un attimo prima sul suo conto lo cancellai all'istante dalla mia mente. Era un'insopportabile arrogante accidenti.
- Ehi, voi due, per quanto tempo intendete rimanere così? Dobbiamo andare a lezione! - disse Mary con un tono sarcastico e un sorrisetto malizioso che lasciava trapelare ciò che stava pensando. All'istante mi staccai dalle braccia del ragazzo, mi rialzai e in preda all'imbarazzo afferrai la mano di Mary per trascinarla in aula. Arrivate in aula ci sedemmo in fondo , c'erano due posti liberi. Sospirai per riprendere fiato.
L'aula era già piena, aspettavano tutti l'arrivo dell'insegnante di chitarra.
Pochi minuti dopo sentii: - ecco il prof! - bisbigliò una ragazza alla sua amica. Il vociferare che poco prima riempiva l'aula si trasformò in assoluto silenzio. La lezione ebbe inizio, cercai di concentrarmi, la chitarra non era uno degli strumenti che sapevo suonare. Il suo suono era bellissimo, mi dava una piacevolissima sensazione, mi sarebbe davvero piaciuto imparare a suonarla e forse era arrivato finalmente quel momento. Gli unici strumenti che sapevo suonare erano la batteria di papà e il piano di mamma che erano ben custoditi nel garage accanto a casa mia, il mio mondo. Era il luogo dove avevo sempre suonato e cantato. Era insonorizzato quindi era un buon motivo per sfruttarlo ed evitare i richiami dei vicini.
La lezione durò ben due ore. Il prof ci parlò di accordi, ritmo, posizione delle mani e delle dita. Pensai di aver capito anche se mettere in pratica era tutta un'altra storia.
Pensai che sarebbe stato il caso di comprarne una per esercitarmi anche a casa, tuttavia non volevo pesare su mio padre, era davvero giunto il momento di lavorare. Terminata la lezione, per l' ora di pranzo io e Mary decidemmo di andare alla mensa. Io presi un tramezzino al tonno, lei invece un piatto di insalata. Come al solito stava molto attenta alla linea. Mentre consumavamo il nostro pranzo parlammo del più e del meno, della lezione di chitarra e infine proprio di quello che immaginavo. Mary ritornò al discorso che avevamo lasciato in sospeso in bagno riproponendomi la sua domanda e cioè : - dai dimmi, com'era questo ragazzo?-
Feci un sospiro e gli dissi che anche lei lo aveva visto perchè era lo stesso ragazzo contro cui mi ero scontrata nel corridoio prima di andare a lezione. Mary rimase allibita.
- Oh, oh...attenta amica mia, quel ragazzo ha fatto soffrire molti cuori. Tutte le ragazze della scuola gli muoiono dietro, è un rubacuori. Bello e impossibile!- rimasi li ad ascoltarla con gli occhi sgranati.
- E' un tipo taciturno, non parla spesso . Direi che le ragazze di questa scuola le ignora totalmente! Molte gli si sono dichiarate, ma lui niente, non sembra interessato. E' un tipo strano, spesso salta le lezioni. Ha un caratterino ribelle, i prof sono stanchi del suo comportamento. Se non fosse che è un genio della musica probabilmente non sò se sarebbe ancora in questa scuola.-
Ero incredula, per tutto quello che avevo sentivo sul suo conto.
- E tu, come mai lo conosci così bene Mary?- mi venne spontaneo chiedergli.
- No, no, non è che lo conosco bene, ti ho riferito solo quello che ho sentito da altre ragazze, tutto quì!- mi rispose facendo spallucce.
- Promettimi che starai attenta ok?- mi disse facendomi uno dei suoi sorrisi.
- Certo, non ci penso nemmeno a lui in quel modo, è solo un ragazzino che si diverte a prendermi in giro> affermai con sicurezza!
Mary si rilassò, poi mi chiese dettagliatamente cosa era successo questa mattina , come avevo fatto a cadere e tutto il resto. Gli parlai anche di Josh quel ragazzo così gentile che mi aveva aiutata ad alzarmi.
- lo conosco, è un mio amico - mi rispose Mary.
- Ah, davvero?- che coincidenza , era stato proprio un suo amico ad aiutarmi.
- Lui si che è un ragazzo da frequentare, simpatico, gentile, premuroso e rispettoso!- affermò Mary come se lo conoscesse da una vita.
- Avevo immaginato, l'ho capito subito da come mi ha aiutata. Non ha riso di me come qualcun'altro - affermai facendo una smorfia.
- Ah ah, vedo che ti piace!- Mary rideva.
- Noooo, non mi piace in quel senso, solo mi è sembrato davvero un bravo ragazzo, certo è carino ma niente,non c'è niente di quello che tu stai pensando - cercai di spiegargli quasi balbettando, probabilmente non l'avevo convinta molto.
- Andiamo a lezione di piano ora- gli dissi per deviare l'attenzione.
La lezione di piano volò in fretta, forse perchè conoscevo già tutto quello di cui la prof ci parlò visto che il piano era uno dei miei strumenti. Finita la lezione, salutai Mary e tornai a casa.
Continua...Edited by star1488 - 20/7/2011, 16:17